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Proxima – ideepromozionali.com è sinonimo di professionalità e serietà.
L'esperienza pluriennale nel settore, la serietà con cui operiamo, la cortesia innata,
la chiarezza con cui consigliamo e seguiamo i Clienti,
hanno fatto crescere nel corso degli anni il gradimento di molte aziende nei nostri confronti e la consapevolezza di quella che è la nostra vera ricchezza: il lavoro.

Quel lavoro che per tradizione ha sempre avuto come nobile scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi, al fine di un progresso sociale.

Proxima dal 1990, grazie a un continuo lavoro di ricerca e selezione, è in grado di offrire ai Clienti articoli promozionali vincenti, i regali più utili, ecologici, simpatici, nuovi ed anche più convenienti, tali da soddisfare ogni tipo di esigenza:
un valido servizio per crescere e progredire… insieme!
Un po’ di storia

Erano gli anni ‘80/’90, e si percepiva un’aria di cambiamento: la società era in fermento, era in atto un mutamento epocale: si andavano affermando nuove forme e nuovi stili in ogni ambito e la vita, soprattutto quella dei giovani, assumeva nuovi equilibri; la nuova generazione era impegnata ovunque, ogni spazio veniva riempito, senza tralasciare alcun settore, si studiava, si lavorava e non mancava il tempo per socializzare, ricrearsi e svagarsi: si usciva tutte le sere o quasi, si trascorrevano le vacanze con gli amici, senza con ciò sottrarre tempo al lavoro. In quel periodo storico, nonostante tutto, in Italia e non solo, prendeva piede e si diffondeva l’idea del lavoro creativo, del business, della finanza, dell’iniziativa autonoma, anche sotto la spinta positiva dettata dal mondo dell’informazione, dalla stampa alle riviste patinate, nonché dal cinema e perfino dal mondo dell’arte e della cultura.

Insomma, si era creato un clima positivo che spingeva coloro che avevano la volontà di fare a prendere l’iniziativa di mettersi in gioco e non ci riferiamo solo a grandi aziende e grandi affaristi, con ingenti capitali a disposizione, ma soprattutto a semplici individui o gruppi di persone dotati di volontà ... ed entusiasmo che si ingegnavano sul come fare e si spingevano a creare una propria attività autonoma.

In quel decennio il dilagare dei consumi, i successi dell’esportazione italiana, del made in Italy, avviava un processo che andava a modificare progressivamente quella tradizionale immagine del Paese Italia e, contestualmente, creava un certo benessere sociale.

La società Proxima sas nasce nell’anno 1990 da un’idea creativa di Renzo e Sandro Gibiino: dopo un iniziale periodo di fermento, la passione ci ha fatto sorgere il desiderio di offrire al pubblico un insieme di servizi che ha portato alla creazione dell’Azienda che si è andata via via affermandosi raccogliendo ampio gradimento, cominciando così a svilupparsi e a crescere.

Ma già alcuni anni prima della nascita dell’Azienda, nel 1985 circa, spinti dalla innata curiosità per ogni cosa, o forse meglio dire, per quelle cose che suscitavano un certo interesse, iniziammo un’esperienza che ci introdusse nel mondo produttivo e commerciale del settore degli articoli promozionali, pubblicitari, merchandising, che comprendeva anche penne a sfera e tutta una varietà di altri oggetti , come portapenne, posacenere, stilofori, portachiavi ecc.

Allora non c’era ancora internet, quando cercavi un prodotto, un servizio, un’azienda, gli unici modi per la ricerca erano essenzialmente due: consultare le Pagine Gialle oppure visitare le Fiere. Le Pagine Gialle erano un grosso volume cartaceo, una sorta di enciclopedia per gli affari, suddiviso per categorie merceologiche, disponibili nelle due versioni casa e lavoro e quelle per uso lavoro venivano appunto consultate da aziende, autonomi e professionisti come si fa oggi su internet servendosi dei motori di ricerca (Google, Bing e altri); le fiere erano riservate ai soli operatori del settore; mentre per la compravendita si doveva ricorrere ad Agenti di commercio, Rappresentanti viaggiatori, Cataloghi di prodotti, il Telemarketing o la VPC (vendita per corrispondenza), metodi che permettevano e permettono di raggiungere i potenziali acquirenti. Oggi a differenza di quegli anni basta servirsi di un personal computer o di uno smartphone.

Quel settore di produzione e commercio di articoli promozionali, negli anni ‘80 sulle Pagine Gialle veniva descritto così: “Pubblicità, articoli ed oggetti”.

Proprio perché ogni articolo o qualsiasi oggetto, diventa un prodotto per pubblicità quando stampato con un logo aziendale, un marchio o un messaggio pubblicitario.

Alle aziende produttrici più creative, quelle che realizzavano l’oggetto più bello e originale, veniva assegnato il premio merchandising dell’anno.

Essendo di Settimo Torinese siamo nati e cresciuti quando qui le fabbriche di penne a sfera lavoravano a pieno regime, facevano i 3 turni di 8 ore; mattino, pomeriggio e notte, per evadere gli ordini che provenivano da ogni parte del mondo.
Ricordo ancora quel giorno quando entrai la prima volta in una fabbrica di penne, si chiamava Walker pen Spa, al piano superiore c’era un lungo corridoio con i vari uffici vendite, tutti affiancati da un lato e divisi da vetrate, erano tanti, e camminando lungo quel corridoio si udivano le varie conversazioni, in lingue estere, ogni 2/3 metri una lingua diversa; francese, inglese, arabo, spagnolo, portoghese, alcune, in tutta franchezza mi erano irriconoscibili. Lì dentro, lungo quel corridoio, più che una fabbrica di penne a sfera sembrava una grande scuola di lingue. Certo, la zona produttiva era un’altra cosa, più rumorosa, lì si stampavano le materie plastiche, e quello era il piano terra dell’edificio.

Negli anni ‘70 e ‘80, periodo della ns giovinezza, Settimo Torinese era la capitale della penna a sfera, qui già nei primi anni del dopoguerra, dagli anni ‘50, si producevano penne a sfera a pieno regime mentre il boom della produzione di stilografiche ebbe inizio già negli anni '20, con la diffusione della celluloide che veniva usata anche per i bottoni e alcuni altri oggetti prodotti dalle aziende locali.

ll distretto industriale di Settimo Torinese ha avuto un ruolo importante nella storia italiana della produzione di penne a sfera e stilografiche. Qui erano localizzati molti piccoli produttori che realizzavano i componenti delle penne, da cui attingevano anche altri fabbricanti con marchi di prestigio. Alcune fabbriche e marchi storici di penne a Settimo Torinese: Aurora, Walker pen, Universal, Carioca, Lecce Pen, Pagliero, Wilson, OMAS.

Anche le fabbriche di stampaggio materie plastiche abbondavano nella cintura torinese e non mancavano le officine meccaniche specializzate nella produzione di stampi in acciaio, vuoi per la produzione di penne a sfera, vuoi per lo stampaggio di componenti e accessori auto. In questo ambito, nel torinese, ma non solo, c’era una certa conoscenza dell’iter produttivo. Nacquero così diverse attività di produzione di gadget per il merchandising.
E questa è una bella storia.

Nasceva l’idea di un oggetto, la si disegnava, si creava il prototipo, si decidevano i colori di produzione, si decideva quale materiale plastico acquistare, abs coprente dalla Bayer o metacrilato colorato trasparente dalla Basf, si realizzava un catalogo prodotto, si esponeva nella Fiera Internazionale del settore. Il resto lo decideva il mercato. Se la tua idea era buona venivi sicuramente premiato, rientravi dell’investimento iniziale e poi potevi guadagnare, ma dovevi essere bravo, non solo a creare e disegnare, ma sapere come entrare e farti spazio in quel mercato. Che senso avrebbe creare un bel prodotto per poi tenerlo lì chiuso in un cassetto? Oggi si parla tanto di marketing, di strategie, di numeri e statistiche, ma ciò che entra realmente in gioco è anche qualcos’altro, a prescindere dall’atto creativo, si parla di un insieme di altre cose che, a mio parere, si potrebbero racchiudere con una sola parola, inglese, perché meglio la descrive: “Business.”

A tale proposito mi piace la prefazione di un libro di Harold Geneen,
1a edizione italiana 1986, dove si legge quanto segue:

“Business significa molte cose, la meno importante delle quali è proprio il documento contenente i dati di bilancio.
Il business, l’azienda, è un’entità fluida, mutevole e vivente, capace talvolta di raggiungere grandi vette o di crollare in frantumi.
L’anima del business è una curiosa alchimia di bisogni, desideri, avidità e gratificazioni mescolati con altruismi, sacrifici e contributi personali che vanno molto al di là dei compensi materiali.
Incontra le aspirazioni di molti uomini e donne, ed è fonte di sicurezza fisica e di benessere per tutti noi.
A mio modo di vedere gestire un’impresa è un’attività affascinante, stimolante e creativa; degna di essere classificata tra le arti più elevate; degna altresì del più alto impegno personale per se stessi e per la società; capace di offrire le più grandi soddisfazioni. E tutto questo io l’ho appreso per esperienza personale.
Sono sempre stato convinto che nessuno abbia il monopolio dell’intelligenza. I risultati più clamorosi negli affari, come accade praticamente per qualsiasi altra cosa nella vita, sono ottenuti da uomini e donne comuni, normali. Non da geni. Le esperienze importanti di persone comuni e normali creano i leader, negli affari come negli altri campi.
Così, se a un uomo comune accade di incontrare e di riconoscere, nella sua carriera, una o due verità fondamentali riguardanti un settore della vita come noi tutti la viviamo, è giusto che egli renda partecipi gli altri di quello che ha imparato.”


In quel periodo, negli anni ‘80/’90, il mercato era fiorente e le ispirazioni dei disegnatori giungevano così, senza preavviso, un po’ come accade agli artisti che si mettono a creare senza badare al tempo, per come siamo abituati a viverlo noi.
Così venivo a conoscenza che alcuni disegnatori creativi, di notte, anziché dormire, se ne andavano in ufficio, ispirati, a tracciare qualche idea nero su bianco per non perdere quella vena creativa, per cavalcarla, perché l’attimo creativo non si adegua mai al tempo dell’orologio, lo devi cogliere quando si presenta e lasciarti da questo trasportare.

Era il periodo dell’orologio Swatch, dei suoi modelli innovativi e sempre colorati che andavano tanto di moda, della penna Snappy decorata con le sue molteplici fantasie, della penna magica che stava dritta in piedi sola soletta, quasi sospesa, che sembrava l’opera di un illusionista. In realtà era uno stiloforo con un magnete, grazie al quale teneva in verticale la penna sulla sua base, ma il suo effetto aveva un forte impatto attrattivo verso chi la osservava, suscitava curiosità, stupore… quasi meraviglia. Allora l’ideatore creava poi altri oggetti da poter abbinare alla penna magnetica, creava una linea con stesso materiale plastico e stesse varianti colori, tipo il portapenne dal design accattivante, l’orologio da scrivania dalla forma stravagante, negli uffici allora non vi era il divieto di fumare e quindi, anche, il posacenere, il portachiavi con la pennina, e poi tutti questi oggetti si prestavano ottimamente per il merchandising. La penna sospesa dritta sulla scrivania o sul bancone, con l’aggiunta di una stampa pubblicitaria era il top per chi allora era sempre alla ricerca del gadget pubblicitario più nuovo, più originale, più attraente... perché questo era lo scopo. I brand più prestigiosi sia a livello nazionale che internazionale si mettevano in mostra sui gadget più “freschi”, appena ideati, appena usciti dalla produzione. Le aziende più prestigiose andavano alla ricerca del gadget novità, ne erano ammaliati, ma in un certo senso affamati, perché ne avevano bisogno. Tutto ciò che girava intorno al merchandising trasmetteva sempre delle belle vibrazioni, simpatia, allegria, bellezza, novità… ed anche se non avevano odore profumavano comunque di freschezza. In un certo senso questi oggetti di design erano delle piccole opere d’arte. Nascevano da un’idea, astratta, e poi si materializzavano… con la produzione. Ma prima non esistevano. Ed erano proprio le belle sensazioni che questi oggetti trasmettevano, la loro funzione, il meccanismo, le forme, i colori, le armoniose dimensioni, l’adeguata area per la stampa pubblicitaria, che ammaliavano e rendevano questi oggetti desiderabili per il merchandising.


I budget che le più prestigiose aziende stanziavano per la pubblicità tramite l’oggetto erano elevati, perché c’era comunque un ritorno, non solo per questione d’immagine. Per le grandi aziende il budget pubblicitario veniva prevalentemente suddiviso in pubblicità visiva, stampata, radiofonica, tramite gli oggetti o, più generico, gadget promozionali. Ma il mercato della PTO (pubblicità tramite l’oggetto) non era e non è un mercato riservato alle sole grandi aziende, anzi, in Italia si mantiene in vita proprio grazie alle piccole e medie aziende che si stima siano circa l’80%.

L’articolo promozionale, il gadget pubblicitario, lascia qualcosa di tangibile che ha una durata nel tempo ed ha un costo economico che consente eventuali distribuzioni massive. Stampare un marchio su di un gadget nuovo, attraente, originale e di successo ha un impatto pubblicitario molto più efficace, a volte sorprendente.

Decidemmo così, tra una conoscenza e l’altra, affascinati da questo mondo di oggetti di design, di tentarne la vendita, non solo per venderli... quanto per farli conoscere, perché a nostro parere la simpatia ma anche il fascino che questi nuovi gadget esercitavano su di noi li si poteva trasmettere, divulgare, nell’interesse reciproco tra le parti. La vendita di questi prodotti inizialmente era indirizzata ai rivenditori al dettaglio, esercenti: cartolerie, cartolibrerie, tabaccherie, articoli regalo, che vedevano questi oggetti come novità per il loro settore (e riuscivano a venderli bene, piacevano a tutti, ai negozianti ed ai loro clienti), mentre gli stessi oggetti personalizzati a richiesta con stampa o logo pubblicitario, erano indirizzati ad aziende di ogni genere e dimensioni; piccole, medie e grandi. Ogni oggetto da scrivania, un accessorio personale, una penna a sfera, un orologio, un ombrello, un cappellino, una volta stampato con logo diventa un gadget pubblicitario. Bello ricordare i primi clienti e la loro soddisfazione quando vedevano il prodotto stampato con il nome della loro azienda.

Col tempo abbiamo poi, un po’ alla volta, ampliato le categorie merceologiche perché ci è sempre piaciuto offrire prodotti pubblicitari e promozionali che trasmettano sempre nuove emozioni. In quegli anni la vendita al dettaglio tradizionale girava bene, non c’era ancora la battaglia tra grande e piccola distribuzione, tra grandi investitori di capitale e piccola impresa di famiglia, e le cartolibrerie giocavano un ruolo importante su tutto il territorio italiano, erano il punto di riferimento per gli studenti di tutte le scuole. Nascevano così in quel periodo (ma anche prima) linee scolastiche rigorosamente Made in Italy, di anno in anno le aziende del settore presentavano i loro nuovi coordinati e prodotti di tendenza e questo creava un certo entusiasmo tra le parti; produttori, distributori, negozianti, e infine, a cascata, l’utilizzatore finale (“il consumatore”).

Le prenotazioni si effettuavano con grande anticipo per poter il produttore/fornitore garantire le consegne entro i termini, rigorosamente prima dell’apertura delle scuole. Giravano alti fatturati tra i produttori delle linee scolastiche, allora. Nel nostro piccolo noi ci accontentavamo di vendere i nostri oggetti dal design accattivante, per la scrivania, l’ufficio, come idee regalo, ma con una certa frequenza durante l’anno. Nel periodo in cui le cartolibrerie si preparavano per il nuovo anno scolastico nonché per le prenotazioni di libri di testo, fornivamo loro i regali promozionali, che ci venivano richiesti quasi sempre con la stampa del logo. Quando gli studenti si recavano a prenotare i libri di testo e acquistare il materiale scolastico ricevevano quasi sempre un simpatico o utile omaggio dal negoziante. Alcuni esercenti lo usavano per procurarsi più clienti e/o come incentivo, e mettevano in bella mostra un bel regalo promozionale accattivante, con un certo anticipo di tempo, con tanto di cartello. Si usava molto in quel periodo, ma anche molti anni prima, ricordo quando io stesso andavo a scuola ricevevo qualche regalino dal cartolaio, ma allora non erano mai personalizzati.

La nostra attività di vendita procedeva con la fornitura di oggettistica ai commercianti al dettaglio e la fornitura di articoli promozionali stampati con logo pubblicitario alle aziende. Questi per noi erano i primi anni di attività, inizialmente la ditta era individuale, denominata Promoram, ma l’entusiasmo e l’energia solcavano la strada che da lì a poco avremmo intrapreso per giungere fino ai giorni attuali.

Partiti quindi da zero, l’inizio è stato avviato grazie alla costanza, perseveranza e convinzione. Giorno dopo giorno abbiamo creato l’attività con grande impegno ed entusiasmo, ed è ciò che oggi grazie all’esperienza, i rinnovamenti e la fiducia dei clienti stiamo continuando.

“Nel mondo degli affari
ognuno viene ricompensato
con due monete:
i soldi e l’esperienza.
Prima prendete l’esperienza,
i soldi verranno dopo.”
(Harold Geneen)


Avevo una bella penna Waterman per scrivere sulle copie degli ordini quando andavo a visitare i clienti i primi anni della nostra attività, usavo quella perché mi ci ero affezionato. Ce l’ho ancora oggi, è fuori uso, ma prima o poi l’appenderò al muro con una piccola ma bella cornice. Con quella mia penna a sfera Waterman dalla fine degli anni ‘80 ai primi anni ‘90 scrissi e portai a casa tantissimi ordini. Quando iniziai a vendere i contatti e gli incontri erano frequenti, spesso un passaparola ti faceva da apripista, e così si acquisivano nuovi clienti. Il primo ordine importante quando ero poco più che ventenne, giovane e alle prime armi, lo ricevetti a Torino. Uno studio pubblicitario molto conosciuto per le sue pubblicità televisive di successo mi contattò per la richiesta di un gadget, dopo qualche giorno ricevetti un bell’ordine dal giornale La Stampa. Era un gadget da omaggiare a tutti gli abbonati al quotidiano, in determinate aree geografiche, il prodotto doveva essere personalizzato a progetto e ovviamente con consegna tassativa entro e non oltre una certa data. Andò tutto come previsto. Le vendite procedevano bene. Si procedeva passo, passo, giorno dopo giorno.

Anno 1989. Decidemmo di procedere alla realizzazione di un gadget, una clip appositamente studiata per veicolare i marchi più prestigiosi. Fu fatto il disegno, nel corso di qualche settimana fu fatto il prototipo in plexiglass, poi andammo dal produttore di stampi. Lucido a specchio o satinato? Lucido con particolari satinati! Ordinata la lavorazione degli stampi si passò al brevetto. Un brevetto ornamentale, per tutelare il modello del prodotto, il disegno ed i suoi particolari da eventuali copie identiche. Poi si passò allo studio e realizzazione di un catalogo prodotto e alla richiesta di partecipazione presso la Fiera campionaria internazionale di Milano, Chibi&Cart e Promotion. Allora la ditta era individuale, denominata Promoram. L’esposizione del ns prodotto presso Fiera Milano ebbe un riscontro molto positivo, in quei pochi giorni ricevemmo visitatori da ogni parte del mondo e le prime richieste di campionature destinate un po’ ovunque: Europa, America, Medio Oriente e Africa. Richieste di concessioni in esclusiva di vendita per Spagna, Regno Unito e qualche altro Paese europeo. Fu una bella esperienza commerciale e personalmente anche di vita. Considerando il tutto, in definitiva, questa storia della clip è stata un’avventura, spinta dalla curiosità di sondare il settore del merchandising e della distribuzione di prodotti a livello internazionale e dal fascino di un mercato in continuo movimento. Da lì a breve, di fatto, nel corso di qualche anno, la produzione di gadget in Italia si sarebbe fermata per lasciare spazio ai prodotti made in PRC.

Negli anni ‘80 i produttori di oggettistica pubblicitaria in Italia producevano e vendevano prodotti novità accattivanti. Le idee non mancavano ed annualmente in quei periodi uscivano sul mercato oggetti di design e gadget curiosi che soddisfacevano quelle che erano le aspettative nel mercato del merchandising promozionale. Alla fine degli anni ‘80 e primi anni ‘90 molte di queste aziende italiane erano già in affanno. Non era sufficiente tutelarsi con i brevetti poiché i prodotti più interessanti venivano copiati comunque dai produttori asiatici e messi sul mercato a prezzi decisamente inferiori. I prodotti copiati, una volta entrati in Italia, o in Europa, cominciavano comunque a circolare. L’unica cosa che poteva tentare il produttore era il possibile sequestro, ma per fare questo era necessaria una operazione di intelligence, ossia, avere l’informazione degli arrivi dei prodotti copiati; quando, dove, chi. Provenienza, arrivo, destinatari e distributori. Allora solo così potevano intervenire le autorità competenti. Molti di questi prodotti in realtà non venivano copiati dai cinesi ma da europei che andavano in Cina a farseli produrre ad un prezzo molto più basso e senza dover rispettare brevetti e tutele legali. Poi, in tutta franchezza, sui brevetti ornamentali a volte basta una piccola modifica per eludere il disegno brevettato. Così, vista l’aria che tirava, quello che poteva essere un inizio, l’avvio ad un’attività di produzione gadget Made in Italy da parte nostra venne accantonata dopo una profonda razionale riflessione. Per realizzare un prodotto, gli stampi e tutto il resto necessario per la distribuzione, gli investimenti finanziari sono comunque alti e, considerando che un oggetto di design o comunque un gadget può essere facilmente copiato e messo in commercio, a volte cambiando solo un angolo che anziché retto viene raggiato e tutto l’investimento viene così vanificato. Sempre in quel periodo, ricordo, c’era il cappellino baseball promozionale, in quegli anni Made in Italy costava 3000 Lire circa mentre quello Made in China, uguale, identico, ne costava Lire 1500. Messi entrambi davanti ai clienti venivano sempre osservati, toccati, analizzati e poi, alla fine, tutti optavano per l’acquisto a 1500 lire. Poco importava allora se fatto in Italia o altrove, poi, alla fine era un cappellino, nello specifico un gadget promozionale… nulla di tecnologico, nessun elevato standard produttivo, ma anche in questo caso solo design, una questione di stile.

Così, anche dopo questa bella esperienza, osservato da che parte tirava il vento, andammo avanti spediti con tutto il nostro bagaglio per proseguire con coerenza le nostre idee creative.

Nel 1990 abbiamo avviato l’attività con i metodi commerciali del periodo, i contatti con i clienti erano sempre diretti e si viaggiava molto di più. Le Fiere commerciali aiutavano e i cataloghi erano supporti necessari per acquisire nuovi clienti. Di pari passo internamente in azienda avanzavano gli aggiornamenti per la grafica e le nuove tecniche per la stampa sui prodotti venduti.

Oltre alla vendita tradizionale, qualche anno dopo, avevamo avviato anche la VPC (vendita per corrispondenza). Si stampavano grandi quantitativi di cataloghi cartacei e si spedivano a mirati settori di attività. La VPC allora aveva il vantaggio del basso costo, era una tariffa speciale delle Poste, si potevano spedire cataloghi in quantità massiva a prezzi ragionevoli. Il catalogo prodotti cartaceo in quel periodo era necessario per presentare i propri articoli, diversamente veniva richiesta la campionatura fisica. Invio campioni o visita personale.

Nel 2002 viene registrato il dominio www.ideepromozionali.com. Viene creato il catalogo prodotti web per l’e-commerce. Questo apre le porte a nuove opportunità lavorative e cambia le modalità per interagire con i clienti. La connessione a internet si è via via diffusa nelle case, nelle scuole, nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche, consentendo a tutti di accedere a un vastissimo universo di informazioni e di comunicare con il resto del mondo in tempo reale.  Mentre fino a qualche anno prima il mercato italiano degli articoli promozionali e regali aziendali era dominato prevalentemente da poche grandi aziende, che investivano ingenti capitali per la produzione e l’invio di allettanti cataloghi ricchi di prodotti e per creare reti commerciali sul territorio nazionale, con l’avvento di internet tutto questo è cambiato, la possibilità di realizzare un catalogo web, non necessitando di grandi investimenti, diventa un’opportunità per tutte le aziende esistenti ma soprattutto per chi ne vuole avviare una nuova.

Oggi, come ieri, manteniamo quei valori che ci contraddistinguono, consapevoli della vera ricchezza; il lavoro, quel lavoro che per tradizione ha sempre avuto come nobile scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi al fine di un progresso sociale, svolto sempre con professionalità, serietà, chiarezza e innata cortesia.
Oggi, come ieri, con i nostri valori aggiunti lavoriamo come sempre per poter offrire gli articoli promozionali vincenti, i regali più utili, ecologici, simpatici, nuovi ed anche più convenienti:

un valido servizio per crescere e progredire… insieme!

2025. Festeggiamo 35 anni di attività, dal 1990 un’idea creativa che continua a crescere…

Un grazie sincero a tutti.


Renzo Gibiino



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